Judo
Medaglia di bronzo alle OLIMPIADI di Montreal nel 1976
3 volte medaglia di bronzo ai Mondiali
3 volte consecutive Campione d’Europa
3 medaglie d’oro e una di bronzo ai Campionati Mondiali Militari
Attuale Dt Nazionale di judo
Felice, noti delle differenze tra il bullismo attuale e quello che poteva esserci quando tu eri un adolescente e iniziavi la tua carriera agonistica?
Certo; prima il bullismo era un fenomeno totalmente diverso, secondo quelle che sono state le mie esperienze.
Era, se mi è concesso il termine, un po’ più “sano” rispetto agli episodi di violenza sconvolgente che si leggono sui giornali al giorno d’oggi. Non c’erano le esagerazioni attuali, oggi è molto più violento; ai miei tempi ci si fermava al “bulletto” di zona, di quartiere. Ora sta diventando un fenomeno in triste ascesa.
Praticamente la tua vita l’hai passata nelle palestre, da atleta e da allenatore. Sei mai venuto a contatto con questo genere di fenomeni?
Indirettamente con mio figlio ho intravisto qualche episodio nelle scuole e sono stato all’erta; nelle palestre invece fortunatamente no, anzi se c’era qualcuno che veniva ad imparare le arti marziali per adoperarle fuori dal contesto sportivo, questo veniva emarginato e la cosa si concludeva lì. In verità, per quelle che sono le mie esperienze, nelle palestre succede esattamente il contrario: c’è uno spirito di collaborazione ed amicizia tra gli atleti.
Qualche consiglio da papà e da sportivo?
Sicuramente la pratica di uno sport. Lo sport aiuta, fa aggregazione, come la scuola; ti fa rapportare agli altri, ai coetanei e soprattutto ti dà regole di vita e ti insegna il rispetto. Se tutto questo viene assimilato da bambini è sicuramente più facile assumerlo come stile di vita.